Una vacanza per imparare a vedere

Il  problema è avere gli occhi e non saper vedere, non guardare le cose che accadono (Pier Paolo  Pasolini).

A Gandellino (Val Seriana, Bergamo) lo stupore di ritrovarci insieme ci ha spalancato gli occhi, abbiamo visto accadere cose splendide. Dal 31 ottobre al 3 novembre ragazzi e volontari di Portofranco sono partiti per una vacanza all’insegna dello studio in montagna.  Tutto è iniziato con il viaggio in pullman da Milano. Tutti insieme insegnanti, studenti e volontari. Sul pullman si  percepiva  già una eccitazione e un desiderio  di  passare queste  giornate insieme nella  bellezza e nella  fatica dello  studio.

Arrivati  a Gandellino una pioggia battente non ci ha scoraggiato: tutti eravamo vogliosi  di  iniziare. Arrivati, dopo  aver  preso  possesso  delle camere, abbiamo cenato insieme,  alcuni  hanno  aiutato  a  preparare la  tavola e a servire i pasti con una grande  disponibilità. Dopo  cena, prima di andare in “branda”, abbiamo cantato insieme e, guidati da Alberto, abbiamo chiarito il senso e lo scopo di questa  vacanzina  studio.

Al mattino per  gruppi abbiamo iniziato lo studio individuale e chi voleva veniva aiutato da  noi  volontari e dagli insegnanti  presenti in uno stupendo clima di  silenzio e  di aiuto reciproco. I volti  sereni e stupefatti  dei ragazzi sono stati la scoperta di una  realtà fatta  di piccole cose che però avevano  il carico  di  qualcosa  di più grande  che  ci  guidava  e ci assisteva. Finalmente  ecco la sorpresa: mentre stavamo studiando è arrivato un raggio di sole quasi come se il nostro stare insieme avesse cambiato il meteo.

“Io penso di vedere qualcosa di più profondo, più infinito, più eterno dell’oceano nell’espressione degli occhi di un bambino piccolo quando si sveglia alla mattina e mormora o ride perché vede il sole splendere sulla sua culla”. Questo uno spezzone di un video visto uno dei pomeriggi della vacanzina sul rapporto fra Van Gogh il fratello Theo. Questo infinito, questo sole, è scoppiato sempre di più  nei  nostri cuori ed era anche percettibile nei  nostri poveri ed umili sguardi come quelli di bambini a cercare il desiderio di una amicizia e di una presenza eccezionale fra noi.

Riprendendo  dunque la  frase iniziale di Pasolini, tutta la vacanzina è stata proprio la  bellezza di scoprire nei nostri occhi quello sguardo non solo di un intesa ma di un desiderio che accende i nostri cuori. Questo lo abbiamo sperimentato guardandoci in faccia uno ad uno e sentendoci parte di un tutto. (Mario Emanuele Amman)

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