Un amico che non sapevamo di avere!

“Ciao Giovanni, che bello rivederti a Portofranco!”. Era da qualche tempo che non lo vedevo, a far lezione di italiano e soprattutto di storia, materia di cui è appassionato. Ricordavo che tempo addietro mi aveva anticipato una sorpresa, un’idea. Infatti, entrando, mi dice “Ho un regalo per voi!” ed estrae dalla cartella un pacco di libretti, legati con un nastro azzurro, come si usa fare coi regali. A questo punto mi racconta di Alì, un carcerato di Bollate che va regolarmente a trovare. “Sono poesie” precisa ed aggiunge che il libretto è stato messo in vendita in occasione del banchetto natalizio del carcere. Alì, che è autore delle poesie, gli ha consegnato il ricavato della vendita perché fosse destinato a noi, proprio a noi di Portofranco, esprimendosi così: “Mi hai raccontato tante volte di quel posto! E ho pensato che, se tu tieni tanto a Portofranco, allora ci tengo anch’io!”.

Mamma mia, che spettacolo di amicizia, pensavo, solo a me, in quel momento, riservato, e allora ho chiamato Alberto e Aurelio, per condividere stupore e commozione, e adesso mi permetto di scrivere il presente articolo, perché vorrei dare spazio e, come posso, risonanza all’amicizia luminosa e finora a noi ignota di Giovanni e Alì.

Scrive così nella prefazione l’autore del libretto: “Mi hanno sempre posto questa domanda: come fa Alì a sopportare il carcere? Credevano che fossi un reato che cammina e non una persona! Nietzsche ha detto: chi ha un perché per vivere sopporta qualsiasi come … Qualsiasi “come” della vita, qualsiasi avvenimento negativo passa in second’ordine nel momento e nella misura in cui il “perché” si staglia in primo piano … se si è accettato il “perché” della propria vita, il “come” non rappresenta un prezzo molto eccessivo”.

Adesso desideriamo proprio andare a trovare Ali, a Bollate, assieme a Giovanni!

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