Ragazzi stranieri VS DAD

Intervistato da Maria Tornielli, studentessa di lettere, il volontario di Portofranco Mario Amman, racconta anche a noi la sua riflessione sugli studenti stranieri e la DAD.


Sui ragazzi, in particolar modo i ragazzi stranieri, ha pesato molto la didattica a distanza e soprattutto il fatto che, da un giorno all’altro, si sono ritrovati chiusi in casa a parlare soltanto la lingua di origine.
«Le difficoltà linguistiche si sono viste soprattutto negli studenti di arrivo più recente, che non hanno fatto tutte le scuole in Italia», ha sottolineato Mario nell’intervista.  


Per alcuni la difficoltà di apprendimento della lingua, e della cultura, dipende inoltre dagli scarsi mezzi di comunicazione: difficili connessioni digitali, spazi domestici inadeguati e presenza assidua di tutti i familiari durante tutta la giornata.
Molti di questi ragazzi si sono affidati al web per la comprensione dei significati delle parole, delle locuzioni e della sintassi anziché usare il dizionario: questo è sicuramente stato un di meno vista la quantità di materiale online spesso superficiale se non addirittura errato.


Non da meno, l’abitudine dei ragazzi stranieri di frequentare spesso ragazzi della stessa origine, ha portato e porta tuttora a una più difficile integrazione con i compagni di altre etnie. Gli stessi genitori, che spesso non parlano l’Italiano, si trovano in difficoltà nei colloqui con gli insegnanti e non comprendono la gravità e la difficoltà della situazione scolastica dei propri figli.


Anche la scuola ha bisogno di adattarsi ed accompagnare i ragazzi più in difficoltà. La complessità dei libri di testo scelti dai docenti non aiuta i ragazzi stranieri perché spesso si rivelano troppo complicati e privi di schemi e mappe concettuali che favorirebbero la comprensione degli argomenti (in generale per tutti i ragazzi)! Gli insegnanti, preoccupati di portare a termine i programmi ministeriali, lasciano indietro gli studenti stranieri senza seguirli singolarmente.
Avendo tante materie da studiare, diventa più importante cercare di seguire tutto e non invece dotarsi una buona base lessicale e grammaticale, portandosi avanti un vuoto che rende ancora più difficile la comprensione di argomenti scolastici per nulla banali. I ragazzi spesso demoralizzati mollano e nei migliori dei casi si portano dietro grandi lacune. Nei peggiori abbandonano la scuola.


Abbiamo il compito noi di Portofranco, così come le scuole, di accompagnarli nell’apprendimento scolastico  con adeguati  corsi di lingua italiana per stranieri qualificati oltre che prendere in carico le loro famiglie affinché si possa creare una vera inclusione che faccia la differenza.

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