La storia non è il passato

“La storia non è il passato”, così si intitolano una serie di lezioni che Giovanni Ribaldone, ex docente con 38 anni di esperienza in scuole medie e superiori, ha preparato per Portofranco a beneficio degli studenti che devono affrontare gli esami di maturità (potete vedere le lezioni cliccando qui).


Perché proprio questo titolo? Ce lo spiega lo stesso Giovanni (per gli amici Nanni): “I ragazzi spesso vedono la storia come qualcosa che non li riguarda, perché è il passato, mi chiedono a cosa serve studiare la storia se quello che conta è il futuro? A loro rispondo che se vogliono fare delle scelte per il loro futuro devono conoscere l’origine di ciò che sta loro attorno. La storia è importante perché ti fa capire meglio il presente, il mondo in cui ti sei trovato a vivere”.


“Per aiutarli a capire meglio l’importanza di ciò che è stato, io invitavo a lezione mia madre per raccontare ai ragazzi cosa aveva visto in tempo di guerra, devo dire che l’attenzione e  l’interesse dei ragazzi di fronte ad una testimone che parlava di sé , del suo vissuto, era massima”.
“Una volta ho portato una classe ad una mostra sulla Milano distrutta durante gli anni della seconda guerra mondiale, ad un certo punto nel corso della visita si è udito il suono di una sirena che simulava quanto avveniva poco prima dei grandi bombardamenti alleati, una signora che seguiva la mostra si è messa a piangere perché quel suono le ricordava il terrore che provava da bambina nel dover scappare nei rifugi. Erano passati tanti anni ma il ricordo era ancora lacerante, devo dire che per i miei ragazzi mai lezione fu più efficace ed impressionante”.


Nanni continua raccontandoci la sua esperienza di insegnante e spiegandoci come è cambiato l’insegnamento della storia negli ultimi anni.
Certo una volta esistevano solo i libri di testo ed era più semplice: studiavi, ripetevi e il gioco era fatto. Spesso però i testi hanno il difetto di non rendere bene la continuità di certi fenomeni storici (ad esempio in un capitolo si parla del fascismo alle origini, nel successivo si passa alle crisi europee e mondiali degli anni 30 e poi si ritorna all’Italia fascista delle guerre coloniali come se non ci fosse legame con i capitoli precedenti) . Oggi si hanno maggiori opportunità: oltre ai testi puoi mostrare film o documentari che aiutano meglio la comprensione e la memorizzazione di certi aspetti della vicenda storica.


Un altro aspetto stimolante è che oggi in classe (e a Portofranco ndr) ti trovi di fronte ragazzi di provenienza e cultura molto lontane dal nostro paese, la scommessa è che lo studio della storia italiana è certamente un aiuto alla loro positiva integrazione nella nostra società, inoltre può essere lo spunto per approfondimenti sulla storia del loro paese che spesso loro stessi ignorano”.


Un’ultima domanda che gli abbiamo voluto fare è se è stato difficile preparare dei video, anche lunghi, senza avere di fronte gli studenti. Il prof ci rispnde così: “Per la verità no, anzi mi è sembrato che il tempo a disposizione non fosse sufficiente a dire tutto quanto volevo trasmettere, non è stato difficile, tuttavia spero e confido di essere presente di nuovo a Portofranco nelle prossime settimane” .

Allora a presto, grazie Nanni! (Marco Rossi)

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