Il correlativo oggettivo

Per esprimere idee e sensazioni, il poeta Montale adopera una tecnica specifica definita “correlativo oggettivo”. Che cos’è? E cosa centra con noi?


Il correlativo oggettivo consiste nel rappresentare, sulla pagina, una determinata sensazione o emozione attraverso alcuni oggetti concreti che dovrebbero suscitare nel lettore ciò che prova il poeta. Il funzionamento del correlativo oggettivo fu spiegato per la prima volta da Eliot nel saggio Il bosco sacro in cui l’autore parla di una situazione, una catena di eventi o una serie di oggetti che hanno la funzione di evocare un’emozione particolare. Montale recupera la funzione simbolica del correlativo oggettivo, adoperandolo principalmente nelle sue due prime raccolte Ossi di seppia e Le Occasioni, in cui l’inquietudine esistenziale del poeta si concretizza e si esprime attraverso i dati sensibili e materiali.  


Ma come spiegarlo ai ragazzi che hanno dovuto studiare Montale per la maturità?


Durante la lezione a Portofranco con una ragazza di origini peruviane che non riusciva a comprendere questo concetto, mi è venuta in mente un’idea.
La  ragazza aveva al polso un braccialetto. Le ho chiesto “Chi telo ha regalato?” Ha risposto: “Il mio  fidanzato”! “Ecco”, le ho detto, “è un oggetto ma rimanda all’amore che lui ha per te affinché tu ti ricorda di lui e del suo amore, questo è il correlativo oggettivo!”


Racconto questo episodio perché la concretezza  dell’esempio a volte può essere più utile che mandare a memoria concetti che magari risultano difficili. La ragazza è rimasta  contenta e ha finito la lezione dicendo: “Mi piace Montale!”

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