“I ragazzi meritano di più”

Io ho avuto dei ragazzi in affido. Mi ricordo che il primo era di un’agitazione e di un’ansia pazzesche e l’unica possibilità di aiutarlo era dirgli: Stai tranquillo, la tua ansia non mi manda in crisi; io sono salda qui, in un terreno più saldo di quello dove sei tu. Se ti attacchi ti tiro dalla mia parte. Quando un ragazzo sente questa sicurezza è come se cominciasse a mettere in azione quel minimo di energia che ha -che noi chiamiamo libertà-, per cui la capacità di cominciare a essere positivo nel costruire gli permette di fare una esperienza di cammino educativo.”

Emilia Vergani, San Marino, aprile 2000

Per iniziare il nuovo anno di Portofranco, abbiamo invitato il professor Giancarlo Cesana, vedovo della fondatrice di In-Presa. Si è soffermato fin da subito sul titolo dell’incontro, I ragazzi meritano di più chiedendosi e chiedendo ai presenti cosa volesse dire che i ragazzi meritano.  Potrebbe voler dire che hanno diritto sì, ma ad essere amati, visto che nella loro vita sono stati trascurati. Amare ed essere amati potrebbe essere anche un sentimento sì, ma implica un giudizio di valore che riguarda lo scopo della vita che è per ognuno il compimento. La difficoltà sta nell’accettare che le strade di ciascuno siano diverse. Si tratta di un’amicizia che dobbiamo a questi ragazzi per andare insieme verso il destino; è una gratuità assoluta che vive dell’incontro di due libertà.


In questo senso l’educazione diventa una introduzione alla realtà tutta, che faccia rinnamorare i ragazzi della scuola, del lavoro, della famiglia, della compagnia.

Interviene poi il professor Giovanni Borgonovo, addetto ai colloqui coi genitori dei ragazzi di Portofranco. Riferisce di come tanti di loro vengono qui perché altri glielo hanno detto e gli viene spontaneo di paragonare questi altri ai pastori che tornarono dalla grotta di Betlemme invitando tutti ad andare a vedere ciò che essi avevano visto.


Alessandro Beachi, addetto anche lui ai colloqui coi genitori, commosso nel rivedere il suo amico e collega Cesana, lo invita a raccontare qualcosa dell’inizio di In-Presa. Giancarlo racconta come sua moglie Emilia portasse in casa ragazzi disadattati già poco dopo il matrimonio. Si faceva aiutare da famiglie amiche e cercava il lavoro per loro presso imprenditori amici, che facevano un po’ anche da padri. Morta Emilia in un incidente stradale (in Paraguay, dove il marito è stato ferito nelle gambe, ndr), l’opera si è fortemente ingrandita, è stata riconosciuta dalla Regione e ora ha aperto un’altra sede a Giussano.


Concludendo, il Presidente ha detto come è fondamentale anche a Portofranco una compagnia amicale tra gli adulti e degli adulti con i ragazzi e ha ricordato due appuntamenti: la vacanza-studio dal 4 al 7 novembre e la mostra sulla Costituente nelle sale di Portofranco dal 22 al 27 dello stesso mese.    

Share this page