I numeri di Portofranco: la sfida continua

Per dare uno sguardo di insieme agli anni che abbiamo alle spalle, e anche per cercare di capire cosa ci attende nell’immediato futuro, possiamo provare ad utilizzare i nostri “numeri” (quanti siamo, quante lezioni abbiamo erogato, come ci suddividiamo per ruolo e provenienza, quale impegno economico sosteniamo, quale contributo diamo alla società).

Ma sappiamo che i numeri, pur talvolta affascinanti (e chi scrive si occupa anche di Matematica), se forniti in dosi massicce generano assuefazione e scarso interesse.

Proviamo quindi ad esaminare il quadro di insieme.

Cosa sappiamo, dunque?

Che Portofranco, nel corso di una ventina di anni, è sicuramente cresciuta e che si rivolge ad una platea di ben oltre i mille e trecento studenti.

Che per fare fronte ai suoi impegni, oltre allo staff, conta su circa trecentocinquanta volontari.

Qui i numeri sono interessanti: oltre la metà sono universitari, più di cento gli “adulti” ed ora contiamo anche su una trentina di studenti degli ultimi anni che, ancora prima di diplomarsi, riescono già a fornire un aiuto a “fratelli e sorelle” di appena due-tre anni più giovani.

Questa è forse una delle più belle novità di Portofranco: l’aiuto viene anche da chi sta ancora completando il ciclo scolastico!

Analizziamo ora gli appuntamenti aggregandoli per materia.

Nessuna sorpresa: Matematica si conferma la più richiesta, “croce e delizia” delle nostre lezioni.

Croce perchè tanti si siedono di fronte a noi dicendo “Io in Mate non ce la farò mai” e delizia perchè spesso si alzano, alla fine dell’ora o dell’anno, con un sorriso ed un’aria soddisfatta: “Incredibile, ma mi sembra di avere molta meno paura di Mate, adesso”.   

Però i nostri numeri ci dicono che c’è molta richiesta anche per Italiano, Latino, Lingue, Fisica, Chimica, Storia, e tanto altro ancora.

E siamo convinti che anche qui spesso, alla fine dell’anno, i progressi siano tangibili: questo lo leggiamo nei risultati scolastici, certo, ma anche e soprattutto nei volti sorridenti di tanti studenti e di tante mamme e papà che ci vengono a trovare, ci telefonano, ci scrivono.

E da dove vengono tutte queste famiglie ?

I numeri parlano di una quota di stranieri di circa un quarto del totale: questo forse ci sorprende perché il colpo d’occhio ci mostra abbigliamenti e tratti somatici diversi, udiamo tanti accenti, insomma sembra che il mondo “estero” rappresenti una quota ben più consistente.

La spiegazione è semplice: tra noi ci sono molti “nuovi Italiani”, che vengono da mondi e storie diversi e talvolta lontani. Questa è una delle sfide che Portofranco sta portando avanti, forse silenziosamente ma certo con grande determinazione: l’inclusione di tanti giovani, di cui la nostra politica nazionale e locale discute anche animatamente, per noi è una realtà che procede a piccoli passi ma senza fermarsi.

Tutti sappiamo che anche nel nostro staff, a fianco di un “nucleo” solidamente costruito su basi culturali comuni fin dai tempi di don Giorgio Pontiggia, oggi sono ben presenti persone con storie diverse che ora fanno parte della “famiglia”.

I numeri ci dicono che oggi, superata la fase più critica dello “Tsunami Covid” siamo tornati alle cifre consuete anche se, nei due anni più duri, sono state comunque erogate numerose ore di lezione grazie agli strumenti telematici.

Ma certo la nostra storia è vissuta soprattutto in presenza e quando ormai da mesi abbiamo visto ripopolarsi le aule di studio, la saletta ristoro, il terrazzo, ci siamo sentiti sollevati pur consci che la battaglia covid non è ancora pienamente conclusa.

I numeri ci dicono che molti, sia tra i volontari sia tra gli studenti, sono una presenza fissa da vari anni (i ragazzi per fortuna si limitano a cinque-sei anni, giustamente) e questo vuol dire che spesso qui si ritorna e a volte, chi è venuto da studente, poi si rivede con altri ruoli o anche solo per una visita.

Ma tante facce nuove garantiscono un costante e salutare ricambio: in questo periodo è intenso il via vai di familiari che, accompagnati dai nostri “esperti”, prendono contatto con la sede, le aule, le strutture.

Insomma il nostro mondo si compone, come dice il Presidente, di quattro generazioni: studenti delle superiori, universitari, adulti in attività e pensionati.

Cosa ci attendiamo quindi per il futuro?

Semplicemente che la nostra storia possa andare avanti.

Senza problemi?

No, problemi ne sorgono continuamente: calo demografico, esigenze economiche pressanti, giovani con difficoltà di inserimento e mille altri.

Ma noi vogliamo e dobbiamo affrontare questi problemi con tutte le nostre forze e capacità.

Grazie a tutti voi che condividete con coraggio, pazienza e competenza questa incredibile avventura!

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